Con il termine Tfs si intende il Trattamento di Fine Servizio ed è un particolare tipo di rapporto riservato ai dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato prima del 2001 al termine, appunto, del loro lavoro (il Tfs in termini meno tecnici viene chiamato anche liquidazione o buonuscita). Ma quando viene pagato e in quali modalità? Lo spieghiamo in questo articolo.

Tfs: cos’è e come funziona

Se nel settore privato esiste il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) e questo istituto è l’unico che i lavoratori possono percepire al momento della cessazione del loro rapporto di lavoro, nel settore pubblico il Tfs è un contenitore di prestazioni diverse, che variano in base all’Amministrazione di appartenenza.

Quando si parla di TFS ci sono tre tipologie di liquidazione che riguardano i lavoratori del pubblico impiego.

  1. IBU, l’Indennità di Buonuscita. Questa prestazione è quella tipicamente appannaggio dei lavoratori statali nel senso stretto del termine, cioè i lavoratori della Scuola, dei Ministeri e della Agenzie Fiscali per esempio;
  2. IPS, l’Indennità Premio Servizio. In questo caso si tratta della liquidazione spettante tanto ai lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale che a quelli degli Enti Locali, Regioni o Comuni per esempio.
  3. IA, l’Indennità Anzianità, destinata nello specifico ai dipendenti degli Enti Pubblici non Economici e delle Camere di Commercio.

Per tutti i lavoratori del settore pubblico, a prescindere dalla forma e dalle sigle prima citate, spetta il TFS. La prestazione riguarda i lavoratori pubblici assunti con contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000. Naturalmente occorre anche che il lavoratore non abbia optato per la destinazione del TFS al Fondo Pensione Complementare di categoria (parliamo dei Fondi AFAM e Perseo Sirio, o Espero per Scuola). Per chi invece è stato assunto a partire dal 1° gennaio 2001, la prestazione spettante è il Trattamento di Fine Rapporto.

Tfs dipendenti pubblici: come avviene il pagamento

Il Trattamento di Fine Servizio ai dipendenti statali viene liquidato solo al momento della cessazione del rapporto di lavoro, qualsiasi sia il motivo per cui il rapporto è terminato. A differenza di quanto avviene per i dipendenti privati con il Tfr e per gli assunti a tempo indeterminato dopo il 2001, il pagamento del Tfs ai dipendenti pubblici prevede tempi ben più lunghi.

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, il Tfs ai dipendenti statali viene pagato:

  • dopo 12 dalla cessazione del rapporto di lavoro se per pensione e quindi raggiungimento dei requisiti, limiti di età o di servizio per andare in pensione;
  • dopo 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro se per dimissioni volontarie.

L’importo del Tfs verrà poi liquidato in base alle somme maturate. Si potrà quindi disporre di:

  • un’unica soluzione se l’importo è pari o inferiore a 50mila euro;
  • due rate annuali se l’importo è compreso tra 50mila euro e inferiore 100mila euro e se l’importo lordo complessivo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro la liquidazione del Tfs avviene in due rate, la prima pari a 50.000 euro e la seconda pari all’importo residuo;
  • tre rate annuali, se l’importo è pari o superiore a 100mila euro.

Ciò significa che per un Tfs di importo superiore ai 100mila euro i tempi reali di pagamento oscillano tra i due e i tre anni. Ecco perché, come spiegato in questo articolo, sono numerosi i dipendenti a ricorre al provvedimento dell’anticipo del Tfs.

A differenza del TFR, il TFS si calcola solo sull’ultima retribuzione annua percepita dal dipendente pubblico. Il calcolo del TFS si ottiene prendendo in considerazione l’80% di un dodicesimo dell’ultima retribuzione annua moltiplicata, poi, per gli anni di servizio prestati.

Chi paga il Tfs e come calcolare il Tfs maturato

Il TFS in generale prevede il versamento di contributi distinti tra datore di lavoro e lavoratori mentre il TFR consiste nell’accantonamento di una parte di stipendio del lavoratore, da incassare poi quando si cessa l’attività lavorativa salario differito.

Nello specifico, per l’IBU, l’indennità di Buonuscita, il 7,10% di quanto accantonato mensilmente è a carico del datore di lavoro. Il calcolo viene fatto su una serie di voci che compongono la retribuzione. La quota a carico del dipendente è pari al 2,5% e il totale va calcolato sull’80% del totale di quelle voci. In altri termini, l’IBU lorda si calcola moltiplicando un dodicesimo dell’80% dell’ultima retribuzione per gli anni di servizio.

Per l’IPS invece, il 3,60% è a carico del datore di lavoro e il 2,50% a carico del lavoratore. In questo caso si deve calcolare un quindicesimo dell’80% della retribuzione annua per gli anni di servizio.

L’indennità di Anzianità invece è totalmente a carico del datore di lavoro e si calcola moltiplicando un dodicesimo del 100% delle voci che compongono lo stipendio, sempre per gli anni di servizio. Naturalmente tutte le somme che escono saranno al lordo della tassazione.

Come vedere il Tfs maturato sul sito dell’Inps

I lavoratori iscritti alla gestione pubblica possono visualizzare il prospetto di liquidazione del trattamento di fine servizio in maniera telematica attraverso il Fascicolo previdenziale del cittadino. Il prospetto TFS contiene tutti i dati giuridico-economici utilizzati per l’elaborazione della prestazione economica oltre alle modalità di pagamento.
Il TFS viene calcolato prendendo in considerazione l’80% dell’ultimo stipendio in busta paga, l’importo verrà poi diviso per 12 mesi e moltiplicato per il numero di anni utili per la buona uscita. Il Fascicolo previdenziale del cittadino è un fascicolo online a cui si accede tramite Pin o Spid all’interno dei “Servizi dei cittadini” sul tito dell’Inps.

Tra tutti i servizi offerti, troviamo anche il Prospetto TFS per avere tutte le informazioni riguardanti l’elaborazione della prestazione economica, il suo calcolo e le informazioni per il pagamento.

E’ possibile ottenere il modulo di certificazione del Tfs anche recandosi presso un Caf/patronato.

Il Trattamento di fine Rapporto (Tfr) per dipendenti pubblici

Come detto in precedenza, tutti i lavoratori pubblici assunti dopo il 2001 al termine del loro rapporto di lavoro non percepiscono più il Tfs, ma il Tfr. L’importo del Tfr è determinato dall’accantonamento, per ogni anno di servizio o frazione di anno, di una quota pari al 6,91% della retribuzione annua e dalle relative rivalutazioni.

Dal 1° maggio 2014 la retribuzione annua lorda considerata come base del calcolo non può eccedere la soglia di 240mila euro. Come troviamo scritto sul sito dell’Inps, hanno diritto al Tfr i dipendenti pubblici assunti con:

  • contratto a tempo indeterminato dopo il 31 dicembre 2000, eccetto le categorie cosiddette “non contrattualizzate”;
  • contratto a tempo determinato in corso o successivo al 30 maggio 2000 e della durata minima di 15 giorni continuativi nel mese;
  • contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000 e che aderisce a un fondo di previdenza complementare (il passaggio al Tfr è automatico).

Quando avviene il pagamento del Tfr per i dipendenti pubblici

Il pagamento del Tfr per i dipendenti pubblici che hanno terminano il servizio e hanno maturato i requisiti pensionistici a partire dal 1° gennaio 2014 avviene:

  • in unica soluzione, se l’ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro;
  • in due rate annuali, se l’ammontare complessivo lordo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro (la prima rata è pari a 50.000 euro e la seconda è pari all’importo residuo);
  • in tre rate annuali, se l’ammontare complessivo lordo è superiore a 100.000 euro. In questo caso la prima e la seconda rata sono pari a 50.000 euro e la terza è pari all’importo residuo. La seconda e la terza somma saranno pagate rispettivamente dopo 12 e 24 mesi dalla decorrenza del diritto al pagamento della prima.

Il Tfr è corrisposto d’ufficio, pertanto il lavoratore non deve fare alcuna domanda per ottenere la prestazione. Il modello TFR1 è compilato a cura dell’ente o amministrazione di appartenenza.

La somma spettante può essere percepita tramite accredito sul conto corrente bancario/postale o altra modalità di pagamento elettronico.