Si può richiedere un prestito personale con la pensione minima o sociale? Quali sono le forme di prestito per un pensionato e come funzionano? In questo articolo andremo proprio ad esaminare come un pensionato può accedere al credito senza necessariamente passare dalla cessione del quinto e con l’assegno sociale.

Prestito pensionati: cos’è e come funziona

Anche i pensionati possono accedere al credito tramite prestito e le formule più tradizionali per farlo sono solitamente legate all’Inps; l’ente previdenziale, infatti, eroga direttamente mediante il proprio Fondo a disposizione oppure attraverso istituti di credito convenzionati gli importi richiesti, a tassi molto vantaggiosi (i prestiti a pensionati, inoltre, vengono evasi in tempi stretti poiché concessi entro dieci o quindici giorni al massimo dal momento della valutazione della domanda). Le condizioni del prestito per pensionati presentano alcune limitazioni date dal fattore anagrafico che, in particolare, vanno a caratterizzare l’importo massimo richiedibile (solitamente 50mila euro) e la durata massima disponibile (tra i 24 e i 120 mesi). Inoltre, vige l’obbligo di stipula di una polizza vita obbligatoria che possa coprire il rimborso del finanziamento in caso di decesso del beneficiario. In alternativa, il soggetto richiedente può anche indicare un garante che si impegni a sanare il debito nel caso in cui il pensionato fosse impossibilitato a tener fede al piano di ammortamento concordato.

La formula più utilizzata di prestito ai pensionati è, senz’altro, quella della cessione del quinto che prevede una trattenuta direttamente sul conto corrente dell’importo mensile percepito non superiore ad un quinto della cifra complessiva.

Prestiti personali a pensionati senza cessione del quinto

La formula scelta nella maggioranza dei casi dagli istituti di credito per erogare prestiti a pensionati è quella della cessione del quinto dell’assegno previdenziale, in quanto consente alla banca di essere tutelata dagli imprevisti dovuti anche al fattore anagrafico. Tuttavia esistono realtà del mercato del credito che da qualche anno, approfittando dell’allungamento dell’età media di vita accertata nella popolazione, rendono possibili prestiti a pensionati senza cessione del quinto. Sussistono alcuni casi, infatti, in cui non è possibile usufruire di questa formula per legge; rientrano in questo scaglione coloro che hanno una pensione incedibile, coloro che percepiscono assegni al nucleo famigliare e chi ha pensioni e/o assegni sociali (in questo caso, infatti, tramite la cessione del quinto si scenderebbe sotto la soglia minima garantita di sussistenza dalla Legge). Sono tre le strade che permettono di ottenere un prestito personale a pensionati senza la cessione del quinto: il prestito personale “tradizionale”, il mutuo per liquidità e l’ipotecario vitalizio.

Prestiti per pensionati con pensione minima

Come affermato in precedenza, chi percepisce la minima (che nel 2022 ammonta a 534 euro) o la pensione/assegno sociale (pari a circa 468,11 euro mensili), non può usufruire della cessione del quinto per ottenere liquidità extra. In questo frangente il mutuo per liquidità e l’ipotecario vitalizio vengono in aiuto. Il mutuo di liquidità è un finanziamento garantito da un’ipoteca che però non è destinato all’acquisto o alla ristrutturazione di un immobile (prima o seconda casa) ma solo ad ottenere liquidità, cioè un capitale da utilizzare per coprire spese di vario tipo. Per poter ottenere il mutuo di liquidità, occorre comunque essere proprietario di un immobile su cui poter iscrivere l’ipoteca; in genere la banca preferisce che sull’immobile non ci siano altre ipoteche già iscritte, in modo che la sua, che garantisce il mutuo di liquidità, sia un’ipoteca di primo grado e quindi le permetta, in caso di mancato pagamento di almeno 7 rate del mutuo, di potersi soddisfare per prima, esercitando la garanzia ipotecaria e quindi vendendo la casa ipotecata all’asta. Il prestito ipotecario vitalizio, invece, è un particolare tipo di finanziamento riservato a chi ha più di 60 anni, garantito da ipoteca su un immobile residenziale la cui durata, in generale, coincide con la vita del sottoscrittore. Questo strumento di finanziamento, diffuso all’estero da parecchi anni, rappresenta una valida alternativa alla vendita della nuda proprietà poiché consente a chi lo sottoscrive di continuare ad abitare nell’immobile senza perderne la proprietà. Viene infatti lasciata agli eredi la facoltà di decidere come rimborsare il prestito e di conseguenza cosa fare dell’immobile dato in garanzia. Il finanziamento può essere erogato solo dopo valutazione da parte della banca e in funzione della propria politica di credito.

E’ possibile provare ad ottenere un prestito personale classico anche per pensioni inferiori ai 500 euro, ma è necessario avere una figura terza, tra il richiedente e la banca, che faccia da garante. Un garante potrebbe a volte essere richiesto anche in caso di mutuo per liquidità.

Prestito per pensionati con invalidità civile

Prima di andare ad analizzare come ottenere un prestito con pensione di invalidità civile è bene soffermarsi sull’ammontare della predetta pensione. A seguito di una sentenza della Corte costituzionale, la nr. 152 del 2020, la quale ha dato luogo al decreto legge n. 104/2020 ulteriormente convertito in legge n. 126/2020, è stata disposta la nota ed attesa maggiorazione degli assegni in favore degli invalidi civili. Pertanto, l’assegno o pensione in questione passa fino a 651,51 euro al mese per 13 (tredici) mensilità. L’aumento, però, non riguarda indistintamente tutte le invalidità civili ma è disposto solo a chi rientra entro determinati limiti di reddito consultabili sul sito dell’Inps. Nel 2022 quindi la pensione di invalidità civile per la maggior parte delle persone ammonta a 291,95 euro mensili. Con una cifra di tale importo, pertanto, l’unico sistema per poter ottenere un prestito personale è quello di rivolgersi ad un garante.

Prestiti personali con rendita Inail

L’Inail è un ente statale che ha il compito di tutelare i lavoratori e la loro salute sul luogo di lavoro. Tra le prestazioni che eroga, ci sono gli indennizzi dati in caso di gravi infortuni sul lavoro che può essere provvisoria o continuativa a seconda del tipo di infortunio. Quando la rendita erogata è continuativa viene spesso chiamata (anche se impropriamente) pensione Inail. Il termine impropriamente in caso di prestito personale diventa fondamentale: l’Inail non è l’Inps e, pertanto non esistono prestiti Inail per dipendenti o pensionati. L’assegno che viene riconosciuto per infortunio o malattia professionale dall’Inail è di importo relativamente basso e quindi difficilmente dà accesso a prestiti ordinari. La situazione è diversa se, oltre alla rendita Inail, si ha a disposizione un’altra forma di reddito, come una pensione Inps, o se si è in grado di offrire garanzie immobiliari o tramite la firma di un garante. Stessa situazione per la cessione del quinto. La rendita Inail, per la sua natura risarcitoria, non può essere ceduta, nemmeno in parte, come esplicita il regolamento che la riguarda. L’unico modo per accedere a una cessione del quinto è di essere anche titolari di una pensione Inps. In questo caso però, per il calcolo della quota cedibile, varrà usato solo il cedolino dell’Inps a cui la rendita non sarà aggiunta per il rispetto dei requisiti minimi di erogazione.
Sono “valide” le formule dei prestiti cambializzati che abbiamo visto in precedenza e quelli su pegno che si ottengono impegnando un oggetto di pari valore in banche dei pegni autorizzate.