Con il termine finanziamento si indica un prestito di denaro concesso da un istituto o società di credito autorizzata. I requisiti minimi per ottenere un finanziamento sono l’aver compiuto 18 anni e poter dimostrare di avere un reddito sufficiente a ripagare le rate del rimborso. Le forme di finanziamento esistenti sono svariate e, in questo articolo, andremo ad elencare quali siano le principali e come funziona un finanziamento.

Finanziamenti: quali sono e come richiederli

Tra le principali tipologie di finanziamento in circolazione possiamo elencarne cinque: il prestito finalizzato o rateale, il prestito personale, la cessione del quinto, la carta di credito e il mutuo. Nel primo caso si tratta di una richiesta di denaro per l’acquisto a rate di un bene o di un servizio; nel secondo di una cifra da utilizzare a propria scelta e da restituire con rate prestabilite. Nel terzo, di un “prelievo” diretto del prestito in busta paga nella misura di un quinto dello stipendio; il mutuo è destinato all’acquisto di un immobile la cui restituzione avviene in un certo numero di anni, mentre la carta di credito mette a disposizione del cliente una somma di denaro che può essere utilizzata a propria discrezione con l’obbligo di restituzione attraverso rimborsi periodici in una o più soluzioni.

Prestito finalizzato: cos’è e come funziona

ll prestito finalizzato (o rateale) è una forma di finanziamento concessa da un istituto o società di credito autorizzata. Si ottiene presso i punti vendita di beni (e/o servizi) ed è strettamente legato all’acquisto che si sta effettuando.

In questo caso non si ottiene una somma di denaro dalla banca o dalla finanziaria ma, invece di pagare tutto in contanti al momento dell’acquisto, si paga a rate il prezzo di quello che si vuole acquistare. Uno dei prestiti finalizzati per antonomasia, ad esempio, è quello legato all’acquisto di un’automobile. La concessionaria, infatti, dopo aver raccolto tutti i dati e le informazioni necessarie, li gira alla banca o alla finanziaria che, a loro volta. valutano se si risponde a requisiti di concessione (tipicamente, avere almeno 18 anni e percepire un reddito tale da metterti in grado di far fronte alle rate), e in caso di esito positivo danno l’ok per l’acquisto della vettura ratealmente.

Prestito personale: cos’è e come funziona

Un prestito personale è un finanziamento senza obbligo di destinazione: in pratica, si ottiene una somma di denaro che è possibile impiegare in qualsiasi modo desiderato, a differenza del prestito finalizzato che invece è legato all’acquisto di un determinato bene o servizio.

Il debito acquisito nei confronti della banca o della società finanziaria che ha erogato il prestito personale, viene poi rimborsato a rate, con un tasso di interesse fisso e cadenza solitamente mensile. Il prestito personale rientra all’interno della categoria dei prodotti di “credito al consumo”, se il finanziamento è compreso fra i 200 ed i 75mila euro.

Se si ha ad esempio la necessità di ottenere 20mila euro per arredare casa, si può richiedere la suddetta cifra alla banca senza spiegarne la motivazione. Nel caso di esito positivo dell’analisi del tuo stato di salute finanziario, potrai ottenere la somma richiesta e realizzare il tuo progetto, rimborsando poi la somma ricevuta in maniera rateale.

Come richiedere un finanziamento

I requisiti per ricevere un finanziamento possono variare da istituto ad istituto, ma sempre nell’ambito di alcune norme fissate dalla Banca d’Italia. Normalmente viene erogato a tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 70 anni (in alcuni casi particolari si può superare anche questa soglia anagrafica). Per ottenerlo bisogna dimostrare che si è in grado di rimborsare il finanziamento, tenendo conto di tutte le spese mensili sostenute (ad esempio bollette, affitto o altre rate). I lavoratori dipendenti devono esibire la busta paga, gli autonomi la dichiarazione dei redditi e i pensionati il cedolino della pensione. Un altro requisito indispensabile per ottenere un finanziamento è l’affidabilità creditizia. Durante la fase di istruttoria la finanziaria valuta tutte le informazioni raccolte ed esprime un punteggio di affidabilità con il quale dà un giudizio sull’affidabilità creditizia del cliente. Per ottenere tale punteggio, l’istituto si basa su elementi oggettivi e soggettivi. I primi sono ricavati attraverso tre fonti: i dati anagrafici del cliente, forniti al momento della richiesta; le banche dati pubbliche, o Centrali Rischi, come quelle di Banca d’Italia e della SIA (Società Interbancaria per l’Automazione), che forniscono informazioni sulla storia creditizia del cliente riguardo a finanziamenti di importo elevato; le banche dati private, o Sistemi di Informazione Creditizia (ad esempio CRIF), che forniscono dettagli sui prestiti di importo più contenuto. I criteri di valutazione soggettivi dipendono invece dalla credit policy della finanziaria, ma il più importante è sempre il rapporto rata-reddito: esso esprime l’incidenza della rata del prestito sul reddito netto mensile del richiedente (cioè il reddito al netto di altri eventuali impegni finanziari in corso) e, di norma, non deve superare il 30-35%. Qualora si abbia una buona situazione creditizia è possibile richiedere anche un secondo prestito, decisione di avvallo che sarà comunque discrezionale da parte dell’istituto di credito/finanziaria. Se non si può dimostrare l’adeguata capacità di rimborso è sempre possibile richiedere la garanzia di una terza persona che si impegnerà a versare le rate in caso di inadempienza.

Erogare un finanziamento senza busta paga

La figura del garante si rivela fondamentale nel caso di erogazione di un finanziamento senza busta paga. I prestiti senza busta paga sono una tipologia di finanziamento che le banche concedono a coloro che pur non disponendo di una busta paga (casalinghi, studenti, disoccupati) o un reddito da lavoro dipendente necessitano di liquidità. Il garante deve comunque avere due caratteristiche: la straordinarietà e l’accessorietà. il garante non può rappresentare una soluzione permanente in caso di inadempienza del richiedente; infatti svolge una funzione di sostituto soltanto in via straordinaria. Egli può intervenire nella copertura di un debito ma solo in circostanze del tutto eccezionali. Per quanto riguarda l’accessorietà, la banca non concede automaticamente il prestito al richiedente. La figura del garante dunque è accessoria, ossia potrebbe non essere sufficiente, pur avendo una solidità patrimoniale importante. Molti istituti di credito, per esempio, non prevedono l’intervento di un soggetto terzo per la copertura di un debito da parte del titolare del finanziamento.

Come calcolare gli interessi di un finanziamento

Con il termine “interesse” si definisce la somma corrisposta a titolo di detenzione del capitale erogato con il prestito che si è andati a richiedere. Gli interessi corrisposti sono la moltiplicazione di tre variabili e più precisamente di:

  • capitale richiesto in prestito;
  • durata del prestito;
  • tasso applicato al prestito

Con capitale si intende l’importo richiesto (ad esempio 10mila euro), la durata sono il totale degli anni in cui prevediamo di dilazionare le rate per ripagare la somma di denaro avuta dalla banca, mentre il tasso applicato è la somma in più da pagare maturata sull’importo erogato. Nello specifico, si parla di Tan e Taeg: il TAN (Tasso Annuo Nominale) esprime in percentuale e su base annua gli interessi relativi al prestito; il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) indica invece il costo totale del prestito, comprensivo di tutte le spese obbligatorie a esso connesse.

Il risultato di questo calcolo restituirà l’ammontare totale degli interessi che, sommato poi al capitale del prestito personale richiesto, darà il cosiddetto “montante”, ovvero il capitale complessivo da restituire.

Cosa succede se non si paga una rata del finanziamento

il ritardato pagamento di una o più rate del finanziamento può comportare una maggiorazione degli interessi o, caso ben più grave la segnalazione alla Centrale Rischi come cattivo pagatore. Di solito i contratti stabiliscono una mora definita e, nei casi di ritardo prolungato nel pagamento, il ricorso a soggetti preposti al recupero del credito. Non solo: banche e finanziare possono addebitare al consumatore le eventuali spese sostenute per gli interventi di recupero. Ad ogni modo, in caso di ritardo nel pagamento di una rata, l’ente creditore provvederà a comunicare l’insoluto prima telefonicamente e poi tramite raccomandata di sollecito. Solo in caso di esito negativo, trasmetterà la pratica ad un ufficio di recupero crediti per cercare di ottenere l’importo del finanziamento non pagato. Alcune tipologie di finanziamento possono prevedere l’opzione di Salto Rata che può essere esercitata al massimo 3 volte con intervalli minimi di 12 mesi tra una richiesta di salto rata e l’altra.